
Era maggio, ricevetti un invito a questa manifestazione, a cui in realtà avevo già partecipato, sia come giocatore che in figura di arbitro; in quest’ultima situazione però si trattava del Jamborèe femminile tenutosi a
Messina. Subito pensai che probabilmente sarebbe stata una delle tante partite di minibasket, già viste e riviste, dove la noia avrebbe preso il sopravvento; ma non miravo al reale obiettivo: in primo piano, l’intento di
far divertire i ragazzini, e allo stesso tempo migliorare noi stessi sotto l’aspetto arbitrale, ma anche sotto quello umano.
Ebbene sì, anche se in maniera lieve, conoscere, confrontarsi, passare del tempo, con ragazzi di altre provincie, è servito. È servito davvero molto. In campo, nonostante la differenza di esperienza presente tra alcuni di noi,
abbiamo trovato la confidenza e l’affinità al punto di darci consigli anche tra di noi, oltre a quelli provenienti dagli istruttori; e fuori dal campo, come se ci conoscessimo da anni, nonostante viviamo realtà diverse.
Lo sport avvicina tutto e tutti, questo è certo. Devo ammettere che, ho fin da subito cercato di godermi ogni istante al
massimo, sia in campo che fuori, e che quando i primi di noi hanno iniziato ad andarsene, non l’ho presa proprio bene. Mi sentivo a mio agio, e non volevo crederci che già stava finendo.
Un’esperienza fantastica, breve, ma fantastica. Vedere quei ragazzini giocare con enfasi, con la voglia di vincere, ma
soprattutto con amore verso la pallacanestro, credo sia stata l’emozione
più grande. Auguro a tutti di poter vivere quei momenti, come li ho vissuti io; e proprio per questo devo dire un enorme GRAZIE innanzitutto alla federazione e a tutte le persone che hanno lavorato dietro a ciò, ma
soprattutto ad Alessandro, a Carlo e a Bruno, che si sono impegnati al massimo per renderci migliori, attraverso consigli e impiegando il loro tempo per noi. Spero di aver modo di rivederci, fuori dal campo, ma anche al vostro fianco in una partita. Grazie di tutto!
Samuele Fernandez
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